Un forte “ex” del baseball novarese al vertice dell’Ospedale Maggiore cittadino. Gianfranco Zulian, ricevitore: c’era anche lui nel periodo più esplosivo anni’ 70.
Attraverso il percorso di “Franco” giocatore, immagini e vicende del Novara Baseball.
La notizia che il dott. prof. Gianfranco Zulian, medico legale con importante carriera sviluppatasi su più fronti, è il nuovo direttore generale dell’Ospedale Maggiore di Novara non può che suscitare compiacimento nel mondo del baseball novarese. E anche in ambito sportivo in senso lato.
Se nel ruolo di “catcher” seppe guidare per alcuni anni la difesa della propria squadra sui campi di baseball d’Italia, egli passa ora, nella veste di medico e professore universitario, in ben altro campo, alla guida di un’azienda ospedaliera d’alto livello. Portandosi dietro, ne siamo certi, qualche insegnamento appreso dallo sport quale scuola di vita.
Facendo un bel salto a ritroso nel tempo, è il caso di ricordare come Gianfranco, abbreviato in Franco, sia stato uno dei migliori talenti sbocciati nel vivaio del Baseball Club Novara agli esordi.
Nella foto qui sotto lo si vede, tredicenne al Centro Sociale, nella squadra dei Tigrotti di Cameri
con allenatore Oscar Calcaterra, in lizza nella eliminatoria provinciale dei Giochi della Gioventù 1970. Residente però non a Cameri ma a Novara in via San Bernardino: dove nelle “case dei militari” – quale suo padre, maresciallo dell’Aeronautica – si era formato, sotto l’impulso di Guido Liverziani futuro interbase, un nucleo di giocatori e dirigenti divenuto asse portante della squadra per molti anni.


Giochi Gioventù 1970: Zulian, 2°in basso da destra. Qui è il primo in basso da destra, a Legnano nell’aprile1971.
Qualche scampolo di storia. Nel 1970 si svolgono per la prima volta in Italia i Giochi della Gioventù
di baseball e noi di Novara aderiamo prontamente, presentando ben 54 ragazzi nella fascia 9-13 anni.
La piccola compagine con Zulian (ne fa parte anche un certo Venturini, più avanti diventato calciatore
in serie A) vince la fase provinciale e poi persino quella regionale a Torino. La FIBS non prevede una finale nazionale. Per l’impegno dimostrato, al confronto di altre realtà ben più importanti e storiche (la nostra prima squadra gioca in serie D!), la Federazione – nelle premiazioni di fine anno a Roma – gratifica la società del presidente avv. Genocchio con una bella Targa “d’onore” d’argento; equivalente, come dichiarato,
a un ideale secondo posto nazionale. Che soddisfazione!
Il giovanissimo Franco, da parte sua, impara a fare squadra così bene che già l’anno dopo, vale a dire
il 1971, promossi in serie C, Beppe Guilizzoni se lo porta dietro in prima squadra per un torneo a Legnano. Visto il risultato a favore, entra in campo nell’ultima ripresa, subentrando all’esperto Doni e ricoprendo quel ruolo di ricevitore che gli si addice in pieno. Il movimento morbido del braccio genera un tiro forte
e preciso; a casa base non teme contrasti; “rubare” non sarà facile per qualunque avversario.



A casa base: nella De Martino ‘72 (sotto, la squadra). In battuta: Mainieri istruisce Gigi Facci, Pisoni e Zulian,1973.

La giovane formazione della “De Martino” 1972, con i coach Dominic “Dom” Carlucci e Alberto “Baffo” Fontana.
Nel 1972, in alternativa alla presenza nel campionato juniores “De Martino”, svolto agli ordini del coach italo-americano Dominic Carlucci con il supporto di Alberto Fontana, il nostro Franco (in foto sopra accanto a “Dom”) cresce in percorso parallelo con il campionato di serie C. Ma con lui, anche altri ragazzi di quella frizzante squadra, immortalata al mitico Centro Sociale da Emilio “Memi” Bassignani, contribuiranno con successo all’ascesa del baseball a Novara.
Nel corso del 1973, a soli 17 anni, Gianfranco riceve un sorprendente telegramma proveniente da Roma: la Federazione comunica la sua convocazione nella Nazionale Juniores! Nella famiglia Zulian c’è grande
gioia ma anche una certa agitazione. Papà Libero (nostro indimenticato dirigente) vuole rassicurazioni circa l’ambiente dove verrà a trovarsi, dal ritiro di Tirrenia in poi, il suo giovanissimo ragazzo. Prontamente le ottiene dal più che autorevole Beppe Guilizzoni, che di quella rappresentativa è uno dei coach (diventatone qualche anno dopo manager, capace di portare gli juniores azzurri a vincere due titoli europei!).
Il 1973 è l’anno in cui a Novara giunge dalla Florida un istruttore d’eccezione, il celebre Demie Mainieri, portatore di ulteriori progressi: a fine campionato la squadra ottiene la promozione in serie B! Tutta la città ne parla. Nelle premiazioni societarie di fine stagione, all’acclamato Gianfranco Zulian (lui preferirebbe si pronunciasse correttamente Zuliàn, alla veneta, come orgogliosamente sottolineava sempre suo padre) viene consegnata, dalle mani del campionissimo e iridato di hockey a rotelle Ferruccio Panagini, una targa speciale per la sua Maglia Azzurra: la prima del baseball novarese. Non basta: gli verrà poi conferita la medaglia di merito dal Panathlon Club Novara, in una manifestazione congiunta con il Coni dove saranno premiati anche il Baseball Novara, con Targa d’oro per l’attività svolta, e Adriana Pitoni per il softball.



L’esordio in serie B, ad Anzio, vede il Novara (al saluto iniziale nella foto sopra) cimentarsi per la prima volta nei “doppi incontri”: Franco Zulian è il catcher in entrambi, in batteria con Gigi Faccio e Mauro Maggiora. Ciò avviene il 20 aprile 1974 in quella località che, con l’adiacente Nettuno, era stata la culla del baseball italiano a seguito dello “sbarco” americano del 1944.
Dopo soli due anni trascorsi nella Serie cadetta, si assiste a un altro “sbarco”, quello (dopo una corsa
clamorosa a suon di vittorie) del Novara inserieA. Il debutto si realizza allo stadio Falchi di Bologna
il 24 aprile 1976. Mentre chi scrive entra per l’ultima volta in campo, per passare poi dietro alla scrivania,
Gianfranco “Franco” Zulian, anzi Zuliàn, detto anche familiarmente “Rosso” per l’inconfondibile colore della
chioma, si presenta al competente pubblico di una squadra pluridecorata (la Fortitudodi Rocky Shone,
Alfredo Meli, Vic Luciani, “Toro” Rinaldi) quale catcher titolare di una squadra giovane e sorprendente. Squadra novarese che, da quel 1970 in serie D (quando Franco iniziò), si ritrova sei anni dopo in A, guidata sempre da Beppe Guilizzoni. L’esito del confronto non ci sorride (5 a 13), secondo pronostico, ma
il “nostro” ne esce a testa alta collezionando in difesa un out al volo, uno in prima (presidiata da Angelo Fontana), un “colto rubando” in seconda (Argentieri) in collaborazione con Jim Fradella, zero errori;
in attacco una valida, contro il temibile lanciatore Kiko Corradini, e un punto. (Nella foto successiva, la squadra quasi al completo del 1976).

Il tempo trascorre velocemente. Gli allenamenti della serie A sono duri, le partite numerose; oltretutto Novara non ha ancora un regolare campo di casa. Come non possiede una sede universitaria. Gianfranco,
che già deve recarsi “fuori casa” per frequentare Medicina, sente di dover fare una scelta: lo studio oppure il baseball. Punta tutto sul primo. Però le tracce della “scuola di vita” dello sport rimarranno indelebili.
Così si potrebbe chiudere questo squarcio di storia del baseball novarese ma…
…viene in mente un curioso episodio degli albori (1968) dell’avventura, capitato al Centro Sociale di viale
Giulio Cesare, struttura che ospitava diverse discipline sportive. Se ne riferì su una pagina locale d’un quotidiano.
Ecco l’accaduto. Un’anziana signora è seduta su una panchina
a guardare una partita di tennis: una pallina supera la recinzione
e la donna… stramazza al suolo. Si copre il volto con un urlo di dolore, sanguina copiosamente. I due giocatori di tennis accorrono, la loro pallaè lì a breve distanza, ma come è possibile che sia capitato
un fatto del genere? Arriva un’ambulanza che porta la malcapitata all’Ospedale Maggiore. Nel Pronto Soccorso lei, seppur confusa
e dolorante, deve rispondere a domande, anche perché presenta un quadro (con piccole fratture) poco compatibile con una pallina da tennis. Eppure “è propriocosì”, afferma la signora.
Qualcuno però si fa vivo e dice che, forse, è responsabile una pallina da baseball, sport che da poche settimane si gioca sul vicino campo di calcio. “Baseball,ma cos’è?”,
si chiedono smarriti medici e infermieri. Per l’ugualmente ignaro cronista che ogni giorno fa il suo giro nel Pronto Soccorso a caccia di notizie, la conclusione è che… il tennis può essere sport pericoloso!
In sintesi la vicenda è andata così, anche se poi la signora in questione ebbe congruo risarcimento: non si racconta come, sarebbe troppo lungo. Interessa il succo, scherzoso, di questa storiella autentica.
Perché adesso, all’Ospedale Maggiore di Novara, qualsiasi dubbio del genere verrebbe immediatamente fugato. Basterebbe rivolgersi al “vertice”. Dove sta una persona che fu, sportivamente, ultimo baluardo difensivo al “vertice” strategico (la casa base) del diamante. E che di palline addosso, non certo da tennis, ne prese parecchie. Lo può ben dire, per esperienza, anche chi scrive queste note.
Si chiede scusa a Gianfranco Zuliàn per avere un po’ “approfittato” di lui per tracciare scampoli di storia della società Baseball Novara, oggi Athletics Novara. Ma ogni occasione è buona per rendere onore ai protagonisti di una importante realtà del panorama sportivo novarese. Che dura da oltre mezzo secolo.
PaoloBossi