Ebbets Field, the land of Freedom: il primo stadio di Major League ove, con l’ammissione di Jackie Robinson tra i giocatori bianchi nel 1947, si inizia il processo di integrazione della popolazione di colore. Il baseball era da decenni il “melting pot” ove si erano composte verso la uniformità le migrazioni da ogni dove verso gli Stati Uniti. Ma l’integrazione con la popolazione di colore no, quella non era ancora avvenuta: i giocatori di colore avevano la loro Negro League. Ebbets Field, la casa dei Brooklyn Dodgers della famiglia O’Malley posta in Flatbush Avenue, aveva significato anche questo: su questo campo non esistono diversità. E nemmeno in questo stadio: infatti la gente di colore poteva sedere liberamente negli stands mescolata al resto del pubblico, negli anni in cui, in altri stadi, la “black people” sedeva – quando ammessa al ballpark – nei bleachers.
Oggi parata di video:
Lost parks: Ebbets Field (video)
Dodgers. Ghosts of Flatbush part 1. Avvertenza. Aprire questo file video significa farsi del male: nuoce gravemente al lavoro e non dite che non vi abbiamo avvisato. E’ la prima di undici parti – tutte visibili se si cede alla tentazione di “cliccare a fianco” – di un documentario prodotto dalla HBO nel 2007 e dedicato in particolare ma non solo agli ultimi dieci anni dei Dodgers a Brooklyn. Il documentario parla della incredibile identificazione della popolazione di Brooklyn con la squadra di baseball del borough e dei suoi inarrivabili campioni. Una sfilata di incredibili personaggi a commentare le immagini. (video)
Aaron Copland, uno dei maggiori compositori americani del ‘900, è figlio di Brooklyn : ascoltiamo Hoedown from Rodeo. (video)
Hoedown nella versione più agitata, giusto per divagare, quella di Emerson Lake & Palmer, il sound dei “10 minuti pregara” allo Stadio del Baseball “Marco Provini” di Novara. Live in Milano nel 1973. (video)