di Paolo Bossi
Ancor prima che la Festa della Donna (8 marzo) diventasse una ricorrenza ufficiale, 44 anni fa a Novara la celebrammo alla grande, in senso sportivo. Domenica 7 marzo 1971, il softball novarese visse una giornata di gloria, con le finali del primo torneo indoor mai disputato in Italia e forse in Europa.
Per favorire l’aspetto di comunicazione verso il pubblico non esperto, i manifesti affissi in città recavano la dizione “baseball femminile” al posto della parola softball, ancora poco conosciuta. Sta di fatto che il Palazzetto di viale Kennedy, dove abitualmente giocava l’hockey, fu gremito da ben 1500 spettatori: un record per il batti e corri novarese. La foto della formazione novarese (per ingrandirla cliccate col mouse sulla fotografia) , scattata mentre il pubblico stava affluendo, mostra le ragazze impegnate nella giornata conclusiva delle tre (altrettante domeniche) in cui si articolava la manifestazione, con 10 squadre al via.
Il torneo indoor di Novara ebbe un successo strepitoso a livello nazionale, con echi su molti quotidiani. Per esempio, la Gazzetta dello sport dedicò spazi per cronache e commenti tecnici (di Max Ott) oggi inimmaginabili per il nostro sport. Presenziarono dirigenti federali (con in testa Renato Germonio), l’allenatore della nazionale Mangini, il commissario prefettizio del Comune di Novara e l’intero staff del Coni novarese contornato da popolari campioni di varie discipline.
Con il commento a viva voce di ogni fase del gioco, tra l’entusiasmo degli spettatori e con ben 4 arbitri in campo, vinse il trofeo “Città di Novara” la squadra della Norditalia Bollate condotta da Tino Soldi e dalle sue formidabili sorelle Maria e Maddalena, che sconfisse per 3 a 2 il Car Renault Torino campione d’Italia 1970, guidato dai mitici Piek e Pucci Campioni. Per il terzo posto posto la titolata Augusta Cinzano Torino ebbe la meglio, non senza contestazioni, per 8 a 6 sul sorprendente Softball Novara Pan Electric.
Il torneo del Palazzetto tornò in scena per altri due anni, sempre con grande clamore. Poi, per l’innalzarsi del livello tecnico delle atlete, l’esiguità degli spazi di gioco e anche per non mettere a rischio gli spettatori malgrado le reti, si dovette rinunciare. Ma una pagina storica per il softball (non più baseball femminile) era stata scritta, nella nostra Novara.